“In questo borgo ci sono pietre che parlano e raccontano quello che ci sta intorno, ci sono persino il canto dell’acqua e il canto del silenzio che portano a tutta questa ricchezza, a questa memoria”.
La memoria è l’acqua che muove le ruote idrauliche del mulino che dal ‘700 macina farina e dei magli che plasmano il ferro.
Così è sempre stato a Bienno: acqua, pietra, ferro.
Siderurgia della mente: forza e compattezza che si leggono nell’impianto urbanistico rimasto inalterato nel tempo, con stretti vicoli e corti acciottolate che si insinuano tra le possenti mura in pietra degli edifici medievali consentendo di collegare con percorsi sorprendenti le varie parti del borgo.